Il pensiero dell’Assistente

Mt 22, 1-14

 

C’è il re, convinto di volere fare la festa per il figlio. La sua volontà è tenace, la sua insistenza grande e il suo coinvolgimento nella vicenda non lascia dubbi sull’affetto  che prova nei confronti del figlio e delle persone che vorrebbe alla festa.

Ci sono i primi invitati, quelli che rifiutano. Quelli distratti, superficiali, indaffarati; quelli che hanno altre priorità, altre finalità, desideri differenti, altre voglie. Ma ci sono anche gli scortesi, i maleducati, addirittura i cattivi che non solo respingono l’invito, ma anche maltrattano coloro che l’invito lo portano.

Ci sono poi gli altri invitati, i sorpresi. Quelli inconsapevoli, quelli che “non l’avrei mai detto”, quelli che “ma figurati se proprio io…  ?”.  Quelli che non si sentono mai all’altezza, che si sentono esclusi, che si sentono sottovalutati. Quelli per cui la vita non è mai stata facile e la festa ha ancora il significato della straordinarietà in un mare di ordinaria ferialità. Quelli che di solito stanno ai margini, se non addirittura un po’ più in là, quelli per i quali l’invito ha sempre il sapore amaro dell’elemosina piuttosto che quello dolce della condivisione del momento.

C’è poi il poveretto che nonostante l’invito viene respinto perché non è vestito bene. Naturale, non basta l’invito è necessario rispondere, cioè dire “si, voglio essere della festa” e non solo andare là a curiosare per vedere chi c’è e come sono vestiti gli altri. Niente imbucati alla festa del re!

 

Ma soprattutto ci sono i servi. Anonimi, obbedienti, consapevoli di non capire pienamente il volere del re  ma certi nel volerlo ascoltare. I servi che vanno e si devono sentir dire quello che gli invitati non direbbero mai al re: “della festa non ci interessa nulla, ognuno di noi ha una o più cose, più importanti della festa”. I servi che addirittura diventano il bersaglio della rabbia che si manifesta contro il re, contro la sua bontà.  I servi che ancora tornano fuori per invitare tutti – anche se per invitare tutti bisogna andare da tutti – alla festa, perché il re vuole questo e il servo vuole quello che vuole il re. Forse il servo, silenziosamente, si domanda perché alla festa debbano esserci gli esclusi, i marginali, gli inutili, insomma quelli per cui non hanno motivo di essere alla festa, ma si risponde – silenziosamente-  che il re vuole così.

 

Già i servi. Sono quelli meno descritti in questa parabola. Sembrano accessori, funzionali al racconto. Servi, appunto, che prendono il nome dal loro agire, perché non sono nessuno fuori dal loro ruolo. Eppure se leggiamo attentamente la parabola possiamo vedere che i servi stanno sul confine, sono il cardine, la possibilità del contatto tra due mondi. Il re vuole, desidera, spera, si arrabbia, non molla; gli invitati rifiutano, si rivoltano, accettano, non si preparano. Ma tra questi due mondi non ci sarebbe contatto se non ci fossero quei servi. L’invito del re rimarrebbe un desiderio inespresso – come i  re tristi delle fiabe, che hanno un potere immenso senza alcuno con cui condividerlo. E dalla parte degli invitati? Ma senza servi non ci sarebbe invito quindi non ci sarebbero invitati, il messaggio non sarebbe consegnato  e non ci sarebbe nemmeno il rifiuto. Semplicemente non ci sarebbe nessuno, perché nella parabola – come nella vita – esiste chi scopre di essere chiamato.

 

C’è una lettura spirituale e personale di questo brano di quest’anno e avremo l’occasione per approfondirla. Ma per favore non perdiamo di vista i servi della parabola perché sono decisivi. Servi fedeli al desiderio del re ma anche attenti all’ascolto degli invitati; servi che desiderano quello che desidera il re ma che sperano quello che sperano gli invitati. Senza di loro niente invito, niente festa. Forse questo è un tempo difficile per i servi, o forse no. Ma l’impressione è che senza servi non ci sarebbe nemmeno il tempo. La festa, alla fine diventa il tempo del re e degli invitati, ma prima c’è il tempo dei servi. Il nostro tempo.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *