L’AC e la Resistenza

ResistenzaCosa avrei fatto io se a 22 anni (o 18 o 27, non importa) mi fossi trovato alla vigilia della mia esecuzione capitale a causa delle mie idee – attenzione, non a causa di un reato, anche se piccolo e sproporzionato alla pena ricevuta? Mario Bettinzoli (vedi fascetta sotto le immagini nella homepage) lo sapeva benissimo (alla fine di queste righe puoi leggere la sua ultima lettera). E lo seppero anche tanti altri giovani dei quali abbiamo la testimonianze raccolte in un libro del quale la lettura dovrebbe essere d’obbligo (puoi trovare alcune di queste lettere a questo link).

Il 25 aprile è una data che bisogna ricordare, ognuno scelga il modo che vuole, purchè non rimanga solo un giorno di vacanza da scuola o dal lavoro; è una ricorrenza che raccoglie giorni, ore e minuti, di tante persone che, senza sapere per chi, hanno rischiato – e per molti, troppi, è stato più di un rischio – la loro vita per l’idea di libertà. Ognuno di loro aveva una fonte dalla quale attingere forza, volontà, disponibilità. In questi giorni noi vogliamo ricordare tutti e in particolare quei giovani che la loro fonte la trovarono nella fede, vissuta in modo speciale nell’adesione all’Azione Cattolica.

Umberto Folena ci ricorda che 1279 soci e 202 assistenti morirono durante la dittatuta fascista e la resistenza; Giorgio Vecchio invita a riscoprire il ruolo decisivo che ebbero le donne durante la lotta di resistenza, molte delle quali appartenevano all’AC; e poi la testimonianza di Gino Pistoni, giovane aderente all’AC di Ivrea che, appena prima di morire, scrisse con il suo sangue sul proprio zaino “Offro la mia vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia, W Cristo Re”.

Qualche minuto per leggere almeno alcune di queste testimonianze potrebbe essere un modo semplice, ma significativo, per ricordare la data del 25 aprile. Ecco di seguito la lettera di Mario Bettinzoli di cui abbiamo parlato prima.

Mario Bettinzoli (Adriano Grossi)
Di anni 22 – perito industriale – nato a Brescia il 21 novembre 1921 – sottotenente di complemento di Artiglieria – catturato una prima volta nel settembre 1943 per resistenza armata a forze tedesche e condannato a morte, evade dalla cella ove è stato rinchiuso – rientra a Brescia – si unisce a Giacomo Perlasca nella organizzazione delle formazioni di Valle Sabbia – ne diventa il více-comandante ed è comandante della 3′ Compagnia preposta alla organizzazione dei campi di lancio -. Arrestato una seconda volta il 18 gennaio I944 acl opera di fascisti, in via Moretto a Brescia, mentre con il comandante Perlasca si reca al Comando Provinciale per riferire sulla situazione della zona -. Processato il 14 febbraio I944 dal Tribunale Militare tedesco di Brescia, quale organizzatore di bande armate -. Fucilato il 24 febbraio I944, presso la Caserma del 30° Reggiinento Artiglieria di Brescia, con Giacomo Perlasca.

Ore 21 del 23.2-1944
Miei carissimi genitori, sorelle, fratello, nonna, zii e cugini, il Signore ha deciso con i suoi imperscrutabili disegni, che io mi staccassi da voi tutti quando avrei potuto essere di aiuto alla famiglia.. Sia fatta la sua volontà santa. Non disperatevi, pregate piuttosto per me affinché Lo raggiunga presto e per voi affinché possiate sopportare il distacco. Tutta la vita è una prova, io sono giunto alla fine, ora ci sarà l’esame, purtroppo ho fatto molto poco di buono: ma almeno muoio cristianamente e questo deve essere per voi un grande conforto.
Vi chiedo scusa se mi sono messo sulla pericolosa via che mi ha portato alla morte, senza chiedervi il consenso: ma spero mi perdonerete come il Signore mi ha perdonato qualche minuto fa per mezzo del suo Ministro. Domattina prima dell’esecuzione della condanna farò la Santa Comunione e poi. Ricordatemi ai Rev.Salesiani e ai giovani di A.C. affinché preghino per me. Ancora vi esorto a rassegnarvi alla volontà di Dio: che il pensiero della mia morte preceduta dai SS. Sacramenti vi sia di
conforto per sempre.
Immagino già le lagrime di tutti quanti quando leggerete questa mia, fate che dalle vostre labbra anziché singhiozzi escano preghiere che mi daranno la salute eterna. Del resto io dall’alto pregherà per voi. Ora, carissimi, vi saluto per l’ultima volta tutti, vi abbraccio con affetto filiale e fraterno; questo abbraccio spirituale è superiore alla morte e ci unisce tutti nel Signore. Pregate!
Vostro per sempre Mario

 

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2 risposte

  1. Camo ha detto:

    Buongiorno
    24/04/2013
    Qualcosa tipo una liberazione
    massimo gramellini

    Nell’esporre la sua netta contrarietà all’esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile.

    Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all’uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filosovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza. La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. Grazie, partigiani.

  2. elena camminati ha detto:

    “imperscrutabili disegni”; “che sia fatta la Sua volontà santa”

    Ammettiamo che appare oltremodo anacronistico oggi associare queste due allocuzioni linguistiche, ancorché di lingua non si tratti soltanto, a delle vicende politiche.
    Perché quando Mario Bettinzoli usava questi termini aveva 22 anni, era al capolinea della sua vicenda umana in conseguenza di una precisa scelta politica e il giorno dopo lo avrebbero ammazzato.
    Quando diciamo “a costo della vita” “ti amo da morire” “ fino alla morte” non abbiamo mai la consapevolezza fino in fondo di ciò che diciamo. Morire per un ideale di giustizia di libertà di pace sostenuto dall’esperienza di fede che dentro l’Ac si aveva vissuto, è stata la storia di 1279 aderenti e 202 assistenti all’Azione Cattolica in quegli anni terribili di guerra e di guerra civile . Anche a loro: Grazie ; anche per loro l’impegno perché la scelta di servire oggi nella Chiesa e nella società questo nostro Paese affaticato sia per il futuro, sia davvero per amore.

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