Il saluto della Presidente

Si  riparte da dove eravamo rimasti.

 

Nell’ultimo incontro del Consiglio Diocesano allargato di giugno scorso a Villò abbiamo in  maniera sinfonica espresso “lo stato dell’arte” riguardo la nostra appartenenza e il nostro servizio all’Ac.

E’ saggio oltre che funzionale non ripartire sempre da capo e invece mettere a frutto i punti fermi ormai acquisiti senza scordare le difficoltà e i tratti in salita che, lo sappiamo, avremo comunque davanti nel nuovo anno.

Ho qui sul tavolo i cartelli degli appunti presi quel giorno dai capi-gruppo e mi sembra di avere davanti esattamente i nostri volti e mi sembra di sentire distinte le nostre voci:  Riccardo, Sabrina, Dario, Anna, Laura e tutti gli altri.

Prima di riprendere i concetti mi soffermo proprio su questo: la consapevolezza di essere dentro una rete di legami buoni. Nel nostro vissuto, nel sistema di riferimento delle nostre giornate, dei nostri valori, dello stile con cui stiamo al mondo , dentro e fuori la Chiesa , siamo intessuti e segnati da questo nostro riconoscerci, dal condividere una passione, degli appuntamenti, degli impegni , una preoccupazione, dei desideri in ordine la nostra vita e il nostro futuro.

Riccardo, Sabrina, Dario, Anna, Laura e tutti gli altri non sono entità astratte ma sono la porzione di umanità con cui ci è dato di condividere nel bene e nel male questa particolare esperienza di Chiesa.

Siamo riconoscenti e stupiti e grati per questo. Non è da tutti, non è di molti. Mettiamoci in stato di serena convinzione che siamo già in un solco generoso e accogliente perché siamo insieme, siamo Associazione, non siamo soli. Guardiamoci negli occhi con l’animo lieto di chi incontra lo sguardo di sorelle e fratelli in quella fede che plasma la vita.

Abbiamo detto tante cose in quella domenica 9 giugno. Le lego sinteticamente in tre nuclei.

  • In Azione Cattolica abbiamo, seppure in forme, tempi, modalità differenti , incontrato il Signore Gesù e la fede che esprimiamo è, con semplicità, il nostro personale cammino di santità. Questo non è una cosa lontana o astratta o una struttura asettica , ma è un’opportunità impagabile di amicizia in cui la fede si nutre, cresce e costruisce legami buoni. Il centuplo quaggiù.
  • In Azione Cattolica impariamo a vivere la dedizione alla Chiesa da cui prendiamo linfa e di cui siamo punto di riferimento perché acquisiamo la dignità dell’essere capaci di costruire la comunità, coltiviamo la possibilità di sognare una Chiesa più santa, custodiamo la polifonia dei carismi: laici e sacerdoti insieme. Una forma di ministerialità laicale.
  • In Azione Cattolica scopriamo la bellezza di essere stati accompagnati, di aver conosciuto chi si è preso cura di noi, di me, di sperimentare la corresponsabilità con il sacerdote. Il valore civile, lo spessore testimoniale della nostra fede incarnata è l’altra faccia del nostro starci dentro. Nessuno escluso.

Riprendo anche alcuni punti di sofferenza e di difficoltà che ci siamo detti e su cui occorrerà lavorare in questo anno che sarà quello assembleare cioè dei rinnovi nelle responsabilità ai vari livelli.

–        Lo scollamento via via più forte tra i tempi che la vita impone alle persone, noi compresi, e la necessaria cura attraverso cui l’esperienza di fede e di comunione può avere spazio.

–        Una grande fatica per mantenere e costruire legami effettivi di comunione e di collaborazione senza che questi termini siano di facciata o svuotati  di senso.

–        La percezione del rischio crescente di assenza di continuità nella proposizione dell’Associazione per carenza di energie nuove  e per il protrarsi di forme ormai stantie di associazione che non rispondono all’oggi della gente.

–        L’asfissia che a tratti respiriamo in alcuni aspetti della nostra Chiesa diocesana che ci fa sentire la dolorosa  nostalgia per i tempi in cui sentire all’unisono era più facile.

Teniamoci d’occhio. Aiutatemi e aiutiamoci a non disperdere i semi di bene che altri hanno custodito per noi. Se abbiamo l’impressione che le cose da fare siano troppe o le stiamo contando male o il nostro animo è già ingolfato. Poi possiamo anche decidere di non farne qualcuna. Buon anno, di cuore.

La Presidente Diocesana

Elena Camminati

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