Giornata del Mandato: un buon inizio!

2013-04-06 19.48.34Domenica 21 settembre 2014, a Veano presso la Villa Alberoni, si terrà la Giornata del Mandato per tutti i Presidenti e i Responsabili parrocchiali, i Consiglieri diocesani e gli Assistenti parrocchiali. Presentazione del programma annuale, confronto nei tre Settori e Consegna del Mandato alle parrochie sono gli ingredienti di questa importante giornata, ma sarà importante esserci anche per vivere un momento associativo per iniziare con entusiamo il nuovo anno pastorale.

Vi aspettiamo.

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Una risposta

  1. ELENA CAMMINATI ha detto:

    LE GONDOLE, LA FISARMONICA E L’ASSUNTA DEI FRARI.

    QUALCHE GIORNO FA mi trovavo a Venezia per un incontro di aggiornamento scolastico. L’attività proposta è stata, come quasi sempre in Biennale, ricca propositiva e profonda: in quei casi si prova quella sensazione di vertigine che il sentire e il comprendere in un certo tempo e in un certo spazio fa pensare di essere su un crinale : nella storia, nel cammino dell’uomo, nelle chance che si aprono all’umanità. Uscendo dopo quella full-immersion mi sono ritrovata impigliata nella massa indistinta che affolla Venezia. Troppa gente, troppo consumo, troppi obiettivi rivolti altrove rispetto a ciò che tanta storia e tanta bellezza dovrebbero suggerire. Le calli affollate, i vicoli come piste per biglie, le rivendite di cianfrusaglie assaltate da gente di ogni dove che strappano una chincaglieria da riportare nel loro abitare, magari a migliaia di chilometri di distanza.

    POI SONO ENTRATA AI FRARI.

    Mancava poco alla chiusura è vero; è vero anche che c’era un biglietto da pagare. Ma la basilica era meravigliosamente vuota e silenziosa. Entrando lo spazio longitudinale della navata spinge a percorrere con crescente stupore i passi che avvicinano all’altare maggiore sul quale è posto il dipinto dell’Assunta di Tiziano. Quel rosso delle vesti, quella composizione a piani verso l’alto, quelle braccia levate di Maria che invocano e insieme trasportano verso l’Altezza dell’Eterno. Mi sono inginocchiata e ho messo nella contemplazione di quel turbine dinamico tutti gli affanni e le speranze di oggi e di domani, legando nella mia invocazione affastellata e silenziosa anche tutti voi , cari amici.

    LA COSA STRAORDINARIAMENTE SEMPLICE MA DECISIVA della vita cristiana è trovare un bandolo, un filo rosso, una trama certa nel marasma della complessità dell’oggi. In questa esistenza frenetica e affannosa, rischiamo di porci degli obbiettivi fallaci e negletti sprecando giorni ed energie in ciò che non ci rende felici ora e non ci salverà poi. Come i giapponesi dal sorriso ebete sulla gondola e la fisarmonica (permettetemi il rimando ancora alla mia esperienza veneziana) potremmo fare finta di essere felici assaggiando delle cose che ci lasciano invece comunque nel vuoto.

    IL GRANDE DONO DI ESSERE ASSOCIAZIONE sta anche in questo: fare dell’Azione Cattolica un luogo del discernimento. Un posto cioè dove sperimentiamo la gratuità, il perdono, la pazienza, la comprensione; un’esperienza che ti accoglie per quel che sei, dove è sempre possibile ricominciare.
    In cui è possibile, direi soprattutto, per esempio ritrovare il gusto di leggere la storia. Il Vangelo deve attraversarci e interagire nella storia: qui si apre uno spazio enorme. La formazione delle coscienze continua ad interpellarci e deve continuamente essere un obiettivo prioritario. Fare delle nostre parrocchie dei luoghi di incrocio reale tra “l’orizzontale” che ci stiracchia e ci sollecita e “il verticale” che ci solleva dopo averci ficcato con i piedi ben per terra.
    Dobbiamo fare in modo che l’Ac continui ad essere luogo che rende possibile l’esperienza cristiana secondo i modi i tempi gli strumenti che la lettura della storia di oggi ci detta. I tempi della vita delle persone deve interrogarci sulle proposte che facciamo ma non devono diventare esclusive rispetto ad altro. Mai più a dirci: “abbiamo sempre fatto così”. Ma anche attenzione a non arretrare davanti ai sempre più frequenti “Non ho tempo”.
    L’Azione Cattolica può essere in una grande prospettiva, “uno spazio intensificato di chiesa”, dove a partire dalla conversione del cuore si può tendere a mettere in pratica ciò che suggerisce oggi il Papa, sulle strade del Concilio. Nel messaggio affidato al Presidente Nazionale in visita privata Papa Francesco ci ha messo in guardia davanti al rischio dell’annuncio “tiepido”. Credo che in questa tiepidezza ci sia spesso anche il nostro essere molto tolleranti rispetto alle risposte difensive dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.

    “CERTO A QUESTO C’E’ UN IMPEDIMENTO: se e quando la Chiesa, cioè noi, presenta in maniera evidente i segni del limite e del peccato, si fa fatica a far percepire il carattere di “novità” intrinseca al contenuto della sua azione evangelizzatrice. Quando le scelte della comunità credente sono o appaiono appiattite su parametri e logiche mondane, è difficile che si percepisca la “novità” della sua proposta ( Cfr EG, 93 – 98. 207. 277).” Queste le parole di monsignor Galantino al campo specializzato ACR dell’agosto scorso. E queste parole devono farci pensare e ravvederci nei nostri personali e comunitari percorsi di conversione.

    Infine direi che ci è richiesta una più profonda e radicale coesione associativa che sostenga anche una maggiore coesione dei presbiteri con i laici attorno al vescovo. Di questo c’è tanto bisogno. La Chiesa è diocesana o non è. E la Chiesa diocesana si fa attorno al Vescovo. Questa coesione occorre coltivare, rinsaldare, costruire con passione, umiltà e cura.
    Vorrei chiudere queste note di avvio con alcune parole di don Tonino Bello, che mi ha accompagnato molto nelle letture di questa estate. “Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!”
    Ricordiamocelo da soli e a vicenda come Consolazione e Grazia per il tempo che ci aspetta. Buon anno!

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